è un’espressione di un amico che mi raccontava dove ha passato la pasquetta. mi ha colpito. dà l’idea di una sposa. è che la terra a primavera smbra proprio una sposa che canta con la sua bellezza le lodi di Dio.
davanti al mio ufficio c’è un prato, tutto fiorito di margherite, e calendule, e soffioni. e io quando arrivo la mattina, assonnata, svogliata, arrabbiata, magari con la voglia di scotennare mio marito, mi ritrovo ad entrare al lavoro con un sorriso. perchè sento quel canto, e mi si allarga il cuore, e le mie vicende incasinate mi sembrano un puntolino trascurabile davanti allo splendore del mondo.
per i miei colleghi è uno scandalo: tutto quel giallo orribile, selvatico, con l’erba non curata e i pollini che volano, e i giardinieri non sono ancora arrivati.
arriveranno, lo so e lo temo, da un giorno all’altro, ad ordinare questo disordine. questo disordine che per me è un canto di gioia del creato.
17
Apr 2009
Category: varie
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