imprevisti

sabato mi è successa una cosa strana: un errore di un amico me ne ha portato un altro in casa. è bello quando qualcuno che non vedi e non ti aspetti di vedere, ti plana in casa con il primo treno, come se i 500 chilometri di distanza non fossero mai esistiti. come se non fosse un problema.
in fondo casa per me non è un nido, casa è un porto, un ultimo rifugio sicuro. per me e per chi mi vuole bene. e sapere che anche i miei amici la considerano così è uno stupore che si rinnova.
così come, in quest’epoca che non sceglierei mai come mia, mi sconvolge che ci siano delle invenzioni straordinarie che permettono di annullare le distanze. inquesto un telefono può essere un palliativo.
ma un treno… il treno, alla facciaccia di trenitalia, resta una meraviglia del cosmo.