ore 6.30. sveglia.
ore 6.45, bimbe nel lettone a farsi le coccole.
il minimeo riprende il sonno interrotto, sdraiata a faccia in giù sulla panza del babbo.
la paperella, che conosce solo le modalità "acceso-spento" apre gli occhi e QUINDI la bocca.
"mamma, sai, l’altro giorno all’asilo abbiamo visto uno spettacolo"
"ronf… ah sì? ronf…"
"sì, si chiamava "la famiglia". c’era una mamma che si chiamava anna. proprio come te."
"ma dai?… ronf…"
"sì un babbo che si chiamava tobi e un figlio tobia"
"come no? tobi e tobia"
"sì, e anche un cane"
"ah. e come si chiamava"
"bau!"
"ah beh, giusto"
"e poi un angelo."
"c’era un angelo a scuola?"
"sì, nello spettacolo. si chiamava FAFFARELE"
"faffarele? magari raffaele…"
"no no, faffarele. e poi succedevano tante cose, tipo.."
"ronf… ronf… ronf…"
"e poi si abbracciavano, però, un sacco!"
"ah sì? si volevano bene…"
3 ore dopo incontro nella mia scuola la segretaria della materna delle bimbe (che a sua volta ha una figlia nella scuola in cui son segretaria io), e tornandomi in mente qualche sprazzo degli sproloqui mattutini le chiedo: "dì, ma avete davvero fatto vedere uno spettacolo ai bimbi?"
"certo" risponde lei "una drammatizzazione della storia tal dei tali, prima recitata e poi rifatta dietro il telone con le ombre"
"ma la paperella dice che era la storia di tobi e tobia e anna e bau"
mi guarda stranita: "in effetti è così. ma tobi e tobia non li aveva capiti nessuno…"
"e chi è che ha abbracciato chi, che mi son persa un pezzo del racconto dormendo?"
"ah non lo so. si abbracciavano molto tutti, in quella storia"
"e c’era un cane?"
"certo, il cane bau"
"ti prego, dimmi che l’angelo non si chiamava faffarele…"
"faffarele? ma no, era l’arcangelo raffaele!"
… ufff… almeno su questo avevo ragione io, l’onore è salvo!!
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