– al grido di: "chiara, parliamo?" a dialogare col babbo in una lingua incomprensibile fatta di "blblblblblb" (pronunciare tirando fuori la lingua e cambiando intonazione come se si stessero dicendo cose intelligenti), dicendone un po’ per uno (uno parla, l’altro poi gli risponde. eh!);
– all’invito "chiara, combattiamo?" a pronunciare in falsetto una serie di "ta-ta-ta-ta-ta" accompagnando l’urlo di guerra con un movimento delle mani messe a taglio dall’esterno verso l’interno, intercettando l’avversario sulle braccia (all’orientale, per capirci!);
– a congiungere i pollici e mettere le mani in qualsiasi posa assurda esclamando "zuulì!" [zurlì].
come se ciò non bastasse, questa sera a cena ha ben pensato di riprodurre la tipica esclamazione bolognese (sigh!) di suo babbo: "soppa", strillando un acuto e cantalenante " ‘oppà!". che poi io ho tentato di ricondurre alla normalità ripetendole "pappa! sì, buona, la pappa!", pur essendo ben conscia di ciò che lei aveva tentato di ripetere.
bisogna correre ai ripari, prima che sia troppo tardi…
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