come si fa a restare seri quando si sgrida una paperella che non ha coscienza di star facendo qualcosa di sbagliato?
domenica a pranzo, ristorante.
pasto luculliano per un anniversario di matrimonio. dopo un po’ siamo tutti già ben rimpinzati e i camerieri passano a togliere i piatti del primo, lasciando solo dei bellissimi sottopiatti in marmo (similmarmo? beh, comunque bellissimi) rosa, con venature bianche.
la paperella, che già da tempo sta starnazzando nella stanza a fianco insieme ad un’orda di altre bestioline più o meno sue coetanee, si avvicina a noi in uno dei rapidi rush al nostro tavolo aventi lo scopo di controllare che:
a) i genitori non scompaiano improvvisamente, abbandonandola insieme al conto da pagare;
b) i camerieri non portino la torta, senza che lei se ne accorga.
Nota il piatto e, presa da un impeto artistico, afferra la forchetta ed inizia a sbatacchiarla entusiasticamente, con trasporto, contro di esso. intervengo, con tutta la tempestività concessami dalla panza piena, e riesco ad evitare il peggio.
io: paperella, non si sbatte la forchetta sul piatto?
p: no? io faccio musica!
io: musica un corno! questo è rumore!
p (poco convinta): mhmhm
io: e poi, se rompi questo bellissimo piatto, cosa diciamo ai camerieri che te lo hanno portato? è il loro, sai, ma te lo prestano per mangiare!
p: è il loro?
io: sì, è loro. cosa diciamo a loro se lo rompiamo?
p: mhmh… (girandosi verso di me e illuminandosi d’un tratto): OIBO’!!!